[…] “Pensavo di essere alla ricerca di Itaca. Della patria perduta e mai conosciuta, d’un ritorno alle braccia di Penelope, -per tanto tempo immaginata- un tuffo nella voluttà dei seni di Circe, un cammino con le gambe flessuose di Calipso, divina indipendenza, dea fatta schiava d’amore: ma chi incontrai, fu Ulisse il mortale. La caduta di una leggenda, per mia mano. I figli di un tempo lontano. Immagina il mio stupore, dolce Rabea. Davanti agli occhi restava la negazione delle mia stessa immagine, il risveglio tanto cercato… Una fantasia…
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D.